"Beato chi è diverso essendo egli diverso, ma guai a chi è diverso essendo egli comune".
Sandro Penna
Albrecht Dürer, MelancoliaI, 1514
C'è da chiedersi - e da rimettere in discussione quotidianamente- il discorso sulla diversità, oggi più di prima, come prima più di prima..ti odierò! Perché il diverso genera odio, l'omologazione è più rassicurante.
-Un diversamente abile forse diversamente sente. Ciò non disturba?
-Il/la ragazzo/a che ti lascia e dice : "perché tu sei troppo diverso/a da me!" merita forse un trattamento punitivo?
-Cena fra amici: tutti mangiano la stessa cosa, tu non mangi questo/questo e questo, forse non rompi i coglioni a tutti?
-Serata importante, ti dicono di vestirti elegante. Pensi: ma chi se ne frega, mica staranno a guardare me! Arrivi in jeans e scarpe da ginnastica, la gente ti guarda e pensa: ma guarda questo vuol fare il diverso!
Il solito dilemma morettiano mi si nota di più se non vengo, o se vengo e mi metto in disparte....
L'artista è per sua natura intrinsecamente diverso, geneticamente naturata nel suo dna è la diversità. Ma la diversità , spesso, è un valore aggiunto, un bollo da attaccare alla carrozzeria degli altri perché la macchina umana sia riconosciuta dall'esterno. Fa comodo alla massa più che al singolo. Bisogna rivendicare la consapevolezza dei singoli individui, il loro modo di tutelarsi, manifestare le proprie idee e parlare senza avere l'approvazione di un pubblico.Indipendentemente da un riscontro avremo il nostro pensiero? Dove sono andati a finire le nostre attitudini naturali? Dove sono andati a finire gli anarchici sognatori?
Dove la voce del poeta?
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